Quando si apre un programma di post produzione fotografica e video, uno dei primi quadranti con cui è bene familiarizzare è quello delle impostazioni/correzioni di base.
Se alcune voci sono ovvie e la maggioranza delle persone non ha difficoltà ad intuire quali sono i parametri che si vanno a modificare intervenendo ad esempio sul pannello esposizione o contrasto altre sono meno
conosciute.
Uno degli esempi tipici su cui spesso si cade in errore è credere che modificare la Saturazione e la Vividezza comporti gli stessi risultati, ma ovviamente non è così.
Entrambe conferiscono maggior intensità al colore dell’immagine, ma la manipolazione consapevole di questi parametri si dimostra di grande importanza nel cambiare l’aspetto di un’immagine, soprattutto nei casi della ritrattistica.
La saturazione intensifica tutti i colori dell’immagine, mentre la vividezza è più specifica concentrandosi sui
mezzi toni della foto/ripresa.
Un modo empirico e veloce per vedere la differenza è quello di confrontare la stessa immagine prima completamente desaturata e poi portando a zero la vividezza.
Quando la saturazione è a -100 tutto nella foto sarà in bianco e nero, mentre quando la vividezza è a -100 qualche colore sopravvive nei mezzi toni.
azzerando la saturazione (bianco e nero) credit immagine Marco Tagliabue
azzerando la vividezza (rimane un po’ di colore) credit immagine Marco Tagliabue
Parlavo prima che la vividezza è consigliata nella ritrattistica, lavorando su un volto e desiderando intensificare alcuni colori nella foto aumentando la vividezza ciò è possibile senza andare a modificare l’incarnato dei soggetti, cosa che altrimenti non sarebbe possibile manipolando il valore della saturazione.
Piccole differenze, ma che è bene conoscere per migliore la gestione delle nostre immagini.