Sapete, una degli aspetti che mi rende orgoglioso di gestire Chora è che devo dedicare una buona fetta del mio tempo a confrontarmi con i lavori di tanti creativi diversi, ed è sempre un’occasione di crescita.
In molte discipline sono completamente a digiuno anche delle più semplici nozioni ed il mio giudizio pertanto è pari allo zero assoluto.
Ma penso di saper riconoscere chi ha qualcosa da raccontare.
Dico questo perché per raccontare qualsiasi storia si deve essere in grado di emozionare, e per emozionare bisogna innanzitutto riuscirsi ad emozionare, non si scappa.
Non convincerai mai nessuno a mettersi in gioco se non lo hai fatto tu per primo.
E questo a prescindere che tu ti stia occupando di illustrazioni, poesia, pittura piuttosto che la realizzazione di un film.
Il ragazzo di cui voglio parlarvi oggi si chiama Ernesto Anderle, un’artista (illustratore/sculture/pittore) che ho scoperto casualmente gironzolando su facebook.
I social network a volte regalano di queste gioie, giusto poco tempo fa nell’articolo “Freiburg School”quando l’arte incontra il crowdsourcing dicevamo come il digitale avesse dato la possibilità anche ad artisti che vivevano in piccole realtà di poter trovare la stessa visibilità di chi si fosse ritagliato uno spazio nelle città più importanti.
In realtà Ernesto nasce a Milano e studia a Brera prima di decidere di spostarsi a Pergile, in Trentino, località che frequentava nell’estati d’infanzia.
La passione per l’epoca settecentesca, i personaggi del passato e la musica sono tra le sue più grandi influenze nei soggetti che rappresenta.
Vincolato nella produzione dalle case editrici che ne limitano il campo di espressione decide di sfruttare facebook per avere un contatto diretto con il pubblico e poter scegliere arbitrariamente cosa e chi rappresentare.
Scopre casualmente quella che diverrà la sua mascotte più famosa, infatti mentre è in cerca di un protagonista dai tratti umani, un pettirosso inizia a saltellare sul davanzale della sua finestra.
Bastano poche ore e su facebook nasce la pagina “Roby il Pettirosso”, oggi conosciuta da più di 11mila utenti.
Roby è un pettirosso che riesce a muoversi lungo la fantasia delle diverse epoche, incontrare i personaggi storici che più hanno significato per Ernesto e volare tra i temi che ispirano la sensibilità del suo autore.
Uno dei personaggi cardine delle sue illustrazioni è Vincent Van Gogh, di cui Ernesto ripercorre le storie raccontate dalle lettere al fratello Theo.
Nasce da qui una seconda pagina dedicata esclusivamente al geniale olandese, Vincent Van Love, una piccola perla per tutti gli appassionati del pittore.
Ciao Ernesto, quando hai iniziato a disegnare?
Ciao! Ho iniziato a disegnare a sei anni sui muri di casa con matite e pennarelli
Hai seguito studi o workshoop riguardo il mondo dell’illustrazione?
Ho fatto il liceo artistico poi l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Riesci a vivere come illustratore o lo affianchi ad un’altra professione?
La vita dell’artista è fatta di alti e bassi,per avere un entrata costante faccio il cuoco. Mi piace cucinare, non è tanto diverso dal disegnare.
Come nasce la pagina Roby il Pettirosso?
La pagina di “Roby il pettirosso” è nata durante l’inverno a pochi giorni dal Natale. Stavo disegnando da due ore alla ricerca di un personaggio, mi ricordo che riempivo fogli …inizialmente il mio personaggio aveva sembianze umane, successivamente ho provato a disegnare un cane con il maglione, ma insoddisfatto mi sono stufato e ho accartocciato il foglio.
In quel momento ho visto un pettirosso sul davanzale della mia finestra e l’ho disegnato in modo sbrigativo prima che volasse via. Due ore dopo ho aperto la pagina.
Ho scelto il nome Roby perché in inglese “pettirosso” si dice “robin”.
Perché proprio un pettirosso?
Alla fine ho scelto il pettirosso perché è un antico simbolo dell’anno nuovo, è colui che facilita il passaggio dall’inverno alla rinascita.
Mi piacciono molto i soggetti che hai scelto di disegnare e il tuo modo di rappresentarli, in particolare mi sento un orfano di De Andrè, come scegli i personaggi delle tue illustrazioni?
I personaggi che disegno sono parte del mio percorso da quando avevo 16 anni,pittori,filosofi,cantanti che mi hanno in qualche modo insegnato a guardare il mondo,un po’ come dei padri,dato che il mio l’ho perso all’età di 15 anni. Divulgare la loro arte e i loro pensieri illustrandoli, per me è come una forma di gratitudine nei loro confronti. Spesso una canzone o un dipinto ti portano consigli e ti spingono a prendere delle decisioni, quindi diventano parte integrante della tua vita.
Hai spesso collaborazioni con altri artisti che chiedono le tue illustrazioni come copertine per i loro album, vignette, libri?
Si, soprattutto copertine di quaderni.
Molti degli artisti che rappresenti non ci sono più, potessi sceglierne uno per mostrargli i tuoi lavori chi sceglieresti?
Vorrei fare due chiacchiere con Van Gogh ma aspetterei a mostrargli i miei disegni sulla sua vita… magari dopo il quarto bicchiere di vino .
Credi che ad oggi il mondo creativo sia tutelato in Italia?
Ti rispondo con un verso di una canzone di MezzoSangue: “…bloccato tra i mediocri di sto posto,a cui non interessa il valore..interessa il costo”.
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A proposito del padre mancato, e dei padri cercati nella storia dell’arte, nella filosofia, nella musica, spulciando su internet ho trovato questa bellissima frase di Ernesto:
Mio padre è la mia guida, pur non essendoci più da 15 anni.
L’ho sempre cercato in qualche modo nei suoi lavori, lui faceva il restauratore di quadri e ha lasciato un sacco di schizzi e disegni.
Quando disegno o dipingo entro come in sintonia con lui… e questa cosa mi rende invulnerabile
Ancora una volta per emozionare raccontando qualcosa, bisogna prima di tutto sapersi emozionare.