2) Presentati: dove inizia la tua formazione creativa?
La mia formazione creativa inizia verso i 12 anni, quando non andavo a scuola e, vedendo Mtv, copiavo le coreografie dei video.
Era l’unico momento in cui potevo ballare in casa: avevo seguito delle lezioni di salsa con mia madre ma non sono mai andate più a lungo di un mese.
Purtroppo provengo da una casa dove non posso mettere musica ad alto volume quindi non avevo modo di esprimermi su questa arte.
1) Come è iniziata la tua carriera?
Da piccolo guardavo la serie tv SMASH e mi emozionavo, avevo voglia di ballare a cantare, così appena ho potuto ho fatto una audizione per un musical amatoriale. In realtà stavo provando Canto e avevo portato un pezzo di Renga! Quando ero lì lì per essere scartato, la direttrice ha fermato tutto dicendo che dovevo fare il provino per Danza… Si era emozionata vedendomi provare da solo!
Dopo aver fatto la audizione di danza il regista mi parla e mi dice “ma tu sei riuscito a eseguire una coreografia con questo curriculum?” Facendo svolazzare un foglio word dove mi ero inventato delle classi che avevo seguito.
Da lì ho iniziato a seguire lezioni e masterclass. A volte sono riuscito anche ad intrufolarmi nelle classi e a non pagare… Questo però è quasi un segreto!
Poi, facendo audizioni per lavori amatoriali e semi professionali ho imparato tantissimo, ho cominciato a fare gavetta, iniziando anche a collezionare una serie di contatti importanti!
Però mi mancava una formazione tecnica, così dopo anni di litigi i miei genitori mi hanno dato l’opportunità di studiare in un college a Londra di arti performative: da lì ho proprio preso il volo!
3) Hai sempre voluto fare il ballerino?
No, la professione di ballerino non esisteva. I lavori, o meglio i titoli di studio che potevo scegliere erano ingegneria, medicina o giurisprudenza, semplicemente perché non avevo altre opzioni, non ero mai stato messo di fronte alle varie scelte possibili.
Pensa che io da più piccolo amavo la matematica, volevo studiare matematica pura perché i numeri per me sono una realtà assoluta. Io non sono mai stato bravo ad esprimermi con le parole e trovavo nella matematica (come ora nella danza) una lingua universale dove la gente non poteva prendermi in giro per il mio accento o correggermi in continuazione.
Purtoppo i miei genitori mi sviarono dalla matematica pura e mi convinsero che la matematica applicata avrebbe garantito più lavoro e più successo
Cosi iniziai a studiare ingegneria, ma più tempo passava più mi sentivo miserabile.
4) Cosa ha influito maggiormente nella tua formazione artistica? Chi devi ringraziare?
Ringrazierei ovviamente le persone che hanno creduto in me, quelle persone che mi hanno dato una chance per poter ballare e esibirmi. Se devo fare nomi, vorrei ringraziare Sabrina, la direttrice della scuola di Lodi che mi ha permesso di seguire i corsi di musical gratis, perché sapeva che non avevo l’appoggio della famiglia,. Questa persona mi ha fatto capire che noi facciamo questo lavoro per passione e per regalare emozioni, decisamente non perché ci fa ricchi!
Vorrei ringraziare Carlotta che non solo mi ha dato la possibilità di creare, ma mi ha anche offerto dei lavori, che per me vuol dire riconoscermi come professionista e rispettare la mia creatività.
Nadia e Giuseppe che sono stati i miei mentori al vero inizio del mio percorso, da cui ho imparato non solo sul mondo della danza ma anche come affrontare delle situazioni come un adulto.
5) Dove ti vedi nel futuro?
In futuro mi piacerebbe diventare coreografo e/o direttore artistico di qualche associazione, scuola o programma. Per fare questo voglio racimolare quante più esperienze possibili per poter apprendere vari stili e varie culture e poterle incanalare in uno stile tutto mio, così che quando le persone vedono una coreografia possano dire “questo lo ha creato Eugenio”.