Per il primo passo del «nuovo» quartiere universitario di Milano è ormai questione di giorni. Gli studenti stanno infatti per inaugurare una parte del nuovo campus della Bocconi, la torre cilindrica di nove piani che sarà il nuovo studentato dell’ateneo. Un nuovo importante progetto della Milano del futuro sta per vedere parzialmente la luce. Il maxi progetto è a firma dello studio d’architettura giapponese Sanaa e pone un altro tassello importante per il ridisegno della zona Sud della città; in attesa della grande riqualificazione del vicino Scalo Ferroviario di Porta Romana è ancora il prestigioso ateneo privato milanese ad arricchire il tessuto urbano della città meneghina. Dopo la costruzione del nuovo imponente edificio firmato dalle sorelle Grafton, l’ateneo si allarga inglobando un’area da lungo tempo inutilizzata, quella della vecchia Centrale del Latte.
Il complesso progettato da Sanaa si prospetta come un complesso di forme e funzioni diversificate, definite dalle linee sinuose dei quattro nuovi edifici pensati per la Sda Bocconi School of management, del centro sportivo attrezzato con palestre e piscina olimpica, oltre al corollario di opere di urbanizzazione quali il parco pubblico e il parcheggio sotterraneo. L’intera area di progetto dovrebbe essere pronta per il 2019, e allora la Bocconi diventerà veramente quello che in Italia non si è mai visto: un campus universitario in stile nordamericano.
Sanaa, il celebre studio di architettura giapponese di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, vincitore del Premio Pritzker nel 2010, non è la prima volta che si misura con il tema “polo universitario”. Uno dei progetti più interessanti usciti dalla penna dei due architetti è, infatti, quello del Rolex Learning Center della scuola Politecnica di Losanna. E’ interessante vedere contaminazioni e richiami tra progetti diversi degli stessi architetti, e in questo caso l’aspetto funzionale e quello estetico collimano su molti punti. Analizzando un progetto simile è possibile immaginarsi cosa sarà per Milano il nuovo polo universitario della Bocconi che, fermo restando le molte aree private e dedicate agli studenti, avrà parti pubbliche e fruibili da tutti i cittadini milanesi come il parco, la piscina olimpionica e tutte le altre attrezzature sportive.
Anche nel Rolex Learning Center, per esempio, la sinuosità delle linee è la principale cifra stilistica; il progetto in questo caso gioca con i vuoti e pieni e come un leggero velo viene “bucato” da forme circolari che rendono usufruibile l’intera area di progetto sotto l’edificio. L’edificio tocca, infatti, il terreno solo in pochi punti che permettono di lasciare sotto di esso grandi spazi aperti coperti e vivibili.
L’intento dei progettisti è stato quello di comunicare l’assenza di gerarchie, l’edificio è, infatti, aperto sia agli studenti che ai docenti che al pubblico; è letteralmente un laboratorio “aperto” che incarna la filosofia della scuola Politecnica di Losanna: favorire la collaborazione e la ricerca interdisciplinare per il progresso della scienza e della tecnologia. Biblioteche per 500.000 volumi, spazi sociali, spazi per lo studio e ricreativi, auditorium, tutto questo fa del Rolex Center un’istituzione culturale internazionale, un punto di riferimento per la ricerca, un posto che si desidera visitare. Questa ricerca ha portato i progettisti giapponesi ad un disegno dalle geometrie fluide, dove scale e gradini lasciano spazio a leggere pendenze, “ascensori orizzontali” ed ampie terrazze, delimitando zone di lavoro senza creare barriere, e dove le pareti divisorie sono per questo quasi del tutto assenti. Architettonicamente l’edificio si presenta come un gigantesco e fluido open space a pianta quadrata, dove tetto e soffitto viaggiano paralleli senza interruzioni, seguendo un andamento dolcemente ondulato che crea uno spazio unico di 20.000 metri quadrati. Al suo interno sembra di passeggiare tra collinette, valli e altipiani con vista sul lago Lemano e sulle Alpi
Rettangolare in pianta, la struttura presenta una forma organica dovuta al movimento ondulatorio della copertura e del pavimento in calcestruzzo che si sviluppano paralleli. L’edificio sembra abbassarsi gradualmente sino al livello del terreno alternando quattordici grandi spazi vuoti – delle corti interne vetrate – che al livello sottostante danno forma a cinque “patios”, spazi esterni circolari di diverse dimensioni. Gli elementi architettonici più interessanti sono, sicuramente, il tetto e la copertura in calcestruzzo per i quali è stata fatta molta sperimentazione e il risultato è un edificio altamente innovativo sia dal punto di vista costruttivo che energetico. Per le coperture curve di cemento, la sfida per i progettisti è stata trovare forme innovative con meno sollecitazioni possibili. Numerose simulazioni al computer hanno permesso di creare elementi flessibili, compreso il tetto, per adattarsi ai movimenti strutturali.
Pur con notevoli differenze legate, soprattutto, ad un più complesso mix funzionale l’edificio milanese di Sanaa richiama molti elementi del progetto di Losanna; l’apertura al pubblico, la compenetrazione tra funzioni diversi e l’attenzione all’aspetto tecnologico e di abbattimento dei consumi elettrici sono gli elementi in cui questo legame è più stretto.
Quello per la Bocconi si tratta, comunque, di un campus specificamente milanese perché studiato per il contesto e nella scala della città, hanno spiegato i progettisti giapponesi, che si sono aggiudicati il concorso internazionale ad inviti bandito nel 2012. Il progetto rivisita in chiave moderna i portici e i chiostri che caratterizzano tanta architettura cittadina, creando una serie di cortili verdi interni in comunicazione tra di loro, circoscritti talora dagli edifici, talora da una pensilina coperta. Queste celle si toccano tra loro, per consentire un agevole passaggio tra gli edifici e attraverso il parco. La torre del pensionato, sulla falsariga di altre torri residenziali milanesi, fa risparmiare superficie, che può così essere destinata a verde.
È un campus trasparente perché l’apertura dell’Università alla città è simboleggiata dai portici su cui poggiano tutti gli edifici, tanto che da qualsiasi punto si osservi il campus risulta chiara la sequenza armoniosa di colonne, spazi trasparenti e alberi. Le facciate degli edifici saranno ricoperti da una alternanza di trasparenze e opacità e, come per il Rolex Center di Losanna verrà quindi garantita la continuità tra interno ed esterno dell’edificio.