Sabato scorso, grazie all’iniziativa Open House Milano, abbiamo potuto prendere parte alla visita guidata tenutasi alla Galleria Campari di Sesto San Giovanni, scoprendo così tutto quello che si cela dietro alla creazione dell’azienda che produce alcuni degli aperitivi preferiti dagli italiani.
La Galleria Campari nasce nello stesso spazio in cui sorse la prima fabbrica, aperta da Davide Campari nel 1904, che, ampliata e rinnovata durante gli anni, rimase attiva fino al 2005, quando si decise di chiuderne l’attività produttiva e stravolgerne completamente la natura. Dal 2007 al 2009, infatti, il complesso industriale venne completamente trasformato, ad opera dell’architetto Mario Botta, che attuò una riqualificazione della fabbrica, componendola di nuovi e particolari elementi architettonici. Nel 2010, in occasione del 150° anniversario del brand, nacque così la Galleria Campari, museo aziendale e nuovo spazio d’incontro e conoscenza. Diventò un luogo interattivo e multimediale, dedicato al rapporto creatosi tra il marchio e la sua comunicazione, attuato attraverso l’unione di arte e design e l’analisi della storia e dell’evoluzione del suo prodotto.
Oltre alla presenza di spazi polifunzionali, uffici, unità immobiliari, e parchi, la Galleria comprende delle sale dedicate all’esposizione di alcuni dei pezzi d’archivio storico più importanti. Il primo piano della Galleria è dedicato al rapporto evocativo della storia del brand, attraverso la visione di alcuni manifesti e grafiche pubblicitarie originali che vanno dalla Belle Époque fino agli anni ’90, oppure grazie alla visione di alcuni caroselli e sport prodotti da noti registi. Nel secondo piano, invece, viene messo in scena l’esposizione del prodotto, attraverso la visione della famigerata bottiglietta ad opera di Fortunato Depero, dell’evoluzione delle bottiglie e dei bicchieri storici e di una selezione di oggetti di design e merchandising vintage.
Il visitatore è quindi invitato a perdersi nel mondo Campari, ripercorrendone la storia e vivendo un’esperienza sensoriale completa.
Della storica fabbrica è ancora, però, possibile poter godere di alcuni elementi: l’originale facciata in stile Liberty, che funge da ingresso e chiave di lettura per il nuovo edificio di Mario Botta, e la Villa Campari, diventata oggi un ristorante all’interno del parco.
La Galleria Campari è diventata, quindi, sia un luogo di memoria che un luogo dove vivere il presente.
Se anche voi, come noi, non potete fare a meno del Negroni e dello Sbagliato all’ora dell’aperitivo, vi consigliamo vivamente di prenotare una visita guidata tramite l’email, e poi perché no, fermarvi a sorseggiare qualcosa, che non è mai una cattiva idea.