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Lunedì 16 luglio ha inaugurato a Palazzo Reale di Milano la mostra “Bonalumi 1958-2013”, in ritardo di una settimana rispetto al giorno previsto per commemorare la tragica scomparsa sul lavoro di Luca Lovati, storico collaboratore e allievo dello stesso Bonalumi, al quale poi è stata dedicata.

La mostra antologica e commemorativa dello storico artista milanese propone 120 opere, allestite in undici sale. Il curatore Marco Meneguzzo ha voluto realizzare, a pochi anni dalla scomparsa dell’artista, un cammino cronologico che testimoniasse tutto il suo percorso creativo: dall’esordio del’59 a Milano con Enrico Castellani e Piero Manzoni, passando poi agli anni sessanta e quindi ai contatti con i maggiori gruppi europei, arrivando fino alla recente rivoluzione. È la più complessa e ampia rassegna mai dedicatagli, che, grazie alle innumerevoli opere presenti, riesce a illustrare perfettamente l’attività poliedrica e allo stesso tempo rigorosa dell’artista.
Testimoni della sua particolare cifra espressiva sono le sue caratteristiche creazioni di opere su tela che si trasformano in scultura, grazie alla tecnica dell’“estroflessione”. La bidimensionalità viene superata creando, così, anche opere di dimensioni importanti.

 

La scelta del curatore è ricaduta su tre di queste, tre tra le più improntati, che all’interno del percorso espositivo creano un momento di riflessione. Fanno comprendere al fruitore come Banalumi superasse il limite della pittura e della tela, trasformando così il mezzo di rappresentazione in forma della rappresentazione stessa, rincorrendo una continua ricerca espressiva.

La prima che s’incontra, appena entrando nella mostra, è Blu abitabile, un’opera-istallazione ambientale, realizzata appositamente per la mostra Lo Spazio dell’Immagine tenutasi a Foligno nel 1967, dove i giochi di luci e ombre ne fa da padrone. Successivamente incontriamo la ricostruzione dell’opera Struttura modulare bianca, presentata per la prima volta nella sala personale alla XXXV Biennale d’Arte di Venezia del 1970, un’istallazione composta da una serie di moduli bianchi che si innalzano verso l’alto. L’ultima, infine, è un’opera che comprende tutta una parete di grandi dimensioni esposta nel 2003 all’Istitut Mathildenhöhe, a Darmstadt in Germania.

 

La mostra sarà visitabile fino al 30 settembre.

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