Negli ultimi giorni non solo in Italia si piange e onora Bernardo Bertolucci, ma il cinema di tutto il mondo si stringe per la perdita di uno dei migliori registi del novecento.
Tra questi non poteva mancare Martin Scorsese che da sempre ha reso pubblico la sua passione per il cinema italiano e le opere di Bertolucci e ha sempre testimoniato il dispiacere per la malattia che aveva colpito il collega.
Vi riportiamo il suo commosso tributo
“Nel 1964, andai all’Alice Tully Hall al Lincoln Center per la seconda edizione del New York Film Festival. C’ero andato per vedere un nuovo film italiano, si chiamava Prima della rivoluzione ed era di un giovane regista di nome Bernardo Bertolucci. Sono uscito dalla sala in stato confusionale, senza parole. Ero davvero sbalordito e commosso dal livello di pura maestria e talento visti sullo schermo, ero scioccato dalla libertà dell’immagine, anche confuso dai tanti riferimenti culturali, ed essendo qualcuno che nella vita voleva fare film, ero ispirato. Prima della rivoluzione mi ha aperto molte porte, a me come a molti altri giovani cineasti. E Bertolucci ha continuato ad aprire le nostre menti – con Il conformista, che ha avuto una profonda influenza sul cinema hollywoodiano, con Ultimo tango a Parigi, un esplosivo oggetto culturale, con L’ultimo imperatore e con Il tè nel deserto, che hanno reinventato il concetto di film storico. Quando penso a Bertolucci, l’uomo, l’artista, la parola che viene in mente è raffinatezza. Sì, era provocatorio, ma la grazia con cui si esprimeva, la sua profonda comprensione della sua storia e della cultura, rendevano il suo cinema e la sua persona così speciali, unici. Bernardo ha passato gli ultimi anni della sua vita su una sedia a rotelle, viaggiare era diventato estremamente difficile per lui. Questo ha rattristato tutti noi che lo conoscevamo, perché aveva ancora tante idee, tanti progetti, e probabilmente tanti altri film da realizzare. Quando penserò a lui, vedrò sempre un uomo eternamente giovane“.