Se siete appassionati dronisti o professionisti e vi dilettate frequentando i gruppi facebook italiani sul tema, vi sarete sicuramente imbattuti in due straordinari personaggi: Mauro e Logan.
Mauro è un videomaker e fotografo freelance, Logan è il suo fedele compagno a 4 zampe, complice e protagonista di molti dei lavori del padrone.
La simpatia e la genuinità di Mauro è percepibile anche senza incontrarlo di persona e la positività con cui si spende sul web per incoraggiare, ispirare, suggerire e promuovere la creatività aerea è davvero ammirevole, oltre che merce rara.
Sulla professionalità e capacità nemmeno ci sono dubbi, i tanti attestati e riconoscimenti ottenuti sono ulteriore garanzia delle comprovate abilità di Mauro, ultimo in ordine temporale il premio AirVuz per il bellissimo video “Not Only NOW, it’s EPIC” dove intorno a Rocca Calascio, uno dei soggetti principi nel portfolio di Mauro, viviamo un viaggio temporale che ci accompagna per epoche diverse fino ad arrivare all’età dei droni.
Oggi abbiamo deciso di contattare Mauro per farci una chiaccherata, che potrà essere sicuramente interessante per i molti appassionati che si approcciano al mondo della fotografia aerea.
Ciao Mauro, quando hai scoperto la fotografia aerea e soprattutto quando hai realizzato che una passione poteva trasformarsi nel tuo lavoro?
Ciao a tutti! Mi sono avvicinato al mondo dei droni sopratutto per i video: ho cominciato nel 2014 con un CX20 ed un gimbal a 2 assi, giusto per vedere cosa succedeva a portare su una gopro. In realtà la gopro (e il drone) non sono andati tanto su, ma si sono presto persi nel bosco! Poi dopo diversi tentativi falliti di costruirmene uno da me, è arrivato il Phantom 3. Insieme a questa foto
qui, che mi ha praticamente acceso la luce sulle possibilità della fotografia aerea, ora accessibile a tutti.
Raccontare qualcosa attraverso una foto è decisamente diverso rispetto a farlo con un video, con quale dei due mezzi ti senti più a tuo agio?
Sono due linguaggi diversi, separati alla nascita. Veicolano emozioni e messaggi ma in tempi diversi: immediati nel caso della foto, costruiti e più coinvolgenti nel caso del video. Ma nello stesso istante una ti permette di prenderti tutto il tempo per leggerla, approfondirla, interpretarla, perfino re immaginarla. Ma è tutta lì. Finita. Completa nel suo frame. L’altro è più reale, è il susseguirsi di momenti che abbiamo di fronte continuamente, il divenire che ci rende curiosi di scoprire ma non ci lascia il tempo di immaginare… vabbè, ci vorrebbero fiumi di parole e persone più brave di me a spiegarlo… tutto questo per dirti che in realtà ancora non ho deciso se sono un fotografo o un videomaker e vorrei rimandare la decisione al più tardi possibile.
Se un fotografo tradizionale o un operatore video ti chiedesse un consiglio su come approcciarsi alla fotografia aerea, quale sarebbe il tuo primo?
Comprare molte batterie. So che sembra una battuta, ma all’inizio si è molto portati ad un approccio classico, quando invece le possibilità sono – ovviamente – quasi virtualmente infinite. Su internet, nei social media, ci sono fotografi e videomaker che stanno aprendo un vero e proprio sentiero in tal senso. La parola d’ordine però rimane sempre la stessa: semplicità. Anche se per raggiungerla bisogna passare per la strada più tortuosa. E per fare questo servono MOLTE batterie!
Seguendoti sui social ho scoperto che hai usato ed usi diversi modelli di droni, ognuno dei quali può essere più o meno adatto ad un lavoro. Se dovessero puntarti una pistola alla tempia e fartene scegliere uno solo, a quale non rinunceresti?
Mi farei sparare! Mi muovo sempre con tutti, anche quando volo per divertimento. Se proprio dovessi dire quale amo di più, penserei al Mavic Pro: è quello più portabile, con una discreta qualità foto/video (a metà tra consumer e pro) indistruttibile, affidabile e con una grande stabilità di segnale.
Quando lavori in post una foto che programmi usi? E per l’editing video?
Lightroom e Photoshop per le foto, ultimamente Luminar, lo trovo molto rapido rispetto a photoshop. Per i video Final Cut e After Effects. Sono molto incuriosito da DaVinci Resolve, sopratutto dopo l’integrazione con Fusion.
Nel corso degli anni hai ricevuto diversi premi, e sei stato invitato “per paesi” come dici tu. C’è un’esperienza o un premio di cui vai particolarmente orgoglioso?
Il New York Drone Film Festival. Ma non per orgoglio, piuttosto come stimolo: in fondo ero lì nella categoria video dilettanti, ma insieme ad altri professionisti di altissimo livello. E’ stato uno stimolo a far meglio. Ultimamente sto lavorando su set di serie, Cinema e produzioni televisive e l’esperienza che mi piace di più è sempre… la prossima. Se proprio devo mettere da parte la modestia, però, recentemente, quando mi sono presentato al regista di una produzione tv molto importante, quest’ultimo già mi conosceva per via dei miei video: ecco, ricevere i complimenti da degli stimati professionisti per i tuoi lavori hobbistici è una cosa che ti riempie d’orgoglio.
Insieme a Vittorio Menna sei l’artefice della nascita di SkyCafe, come procede l’app?
Siamo ufficialmente partiti anche con la piattaforma web e tutto procede a gonfie vele. Proprio in questo momento ho il cell pieno di notifiche di Skycafe, a conferma di questo. Contiamo di lanciare contest con premi più sostanziosi e far conoscere i fotografi a molte importante testate giornalistiche che già hanno dimostrato interesse alla piattaforma.
La natura e l’amore per l’Abruzzo sono due temi cardini nei tuoi lavori, oltre che nelle tematiche senti di aver costruito negli anni un tuo stile personale riconoscibile o è qualcosa a cui stai ancora lavorando?
Credo di non aver ancora l’esperienza per creare il mio stile personale. In qualsiasi caso Abruzzo e natura saranno assolutamente tra i miei tempi principali.
E’ stato un piacere, ma la prossima volta vogliamo parlare con la vera star, non dimenticarti di portare Logan!
Impossibile dimenticarsene, in fondo è nato tutto da lui, il suo bisogno di movimento e aria aperta mi ha portato a scoprire l’Abruzzo e farmi venire voglia di fotografarlo. Prima a terra, poi dall’alto. E da lì mi si é aperta una prospettiva tutta nuova, non solo nella fotografia ma anche nella vita. E veramente l’artefice di tutto.
E’ stato un vero piacere, a presto!
per vedere più lavori di Mauro Pagliai: