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Bosco verticale

breve descrizione del borso verticale

Pensiamo a quante volte per comunicare una sensazione e o un sentimento ci aiutiamo utilizzando espressioni e metafore che contengono i colori.
“Giornata nera!”; “ è una persona grigia”; “ho iniziato a vedere rosso”
Basterebbero questi semplici esempi per convincerci come ci sia una connotazione psicologica tra colori e sensazioni, ma l’arte, in ogni sua forma, ha spesso sottolineato questo rapporto diretto.
Blue Monday, Back to Black, La vie en Rose, Red Rain, Paint it Black sono solo alcune delle tantissime canzoni che si sono avvalse dei colori come principali portavoci del proprio messaggio.
Lo stesso si può verificare in poesia, Alda Merini ha più volte scritto e raccontato di come i colori siano parte vitale dell’essere, e la stessa musica ha più volte ricercato una correlazione con il mondo del colore.
Già nel IV secolo a.C i Greci avevano pensato a un legame tra la scala cromatica e quella musicale, al punto di applicare la terminologia musicale al colore, suddividendo la scala in semitoni.
Questo legame è poi andato via via sviluppandosi sfociando in quelle che vengono chiamate teorie dell’armonia.
La frase che meglio di tutte può però riassumere l’impatto emotivo e psicologico del colore è di Kandinsky

Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima il pianoforte dalle molte corde.
Il cinema non è da meno rispetto le altre arti, anzi il colore è tra i vari livelli di narrazione sicuramente uno dei più ragionati e ricercati dai registi.
L’uso del colore si ripercuote sulla scelta delle scenografie, dei colori delle pareti, degli abiti, dei props. Per non parlare dell’impiego di luci, gelatine colorate che conferiscono un mood all’intera inquadratura.
I registi sanno bene che il colore può   colpire emotivamente, psicologicamente sia a livello inconscio che consapevole lo spettatore. Quando i colori sono impiegati per raccontare una storia o uno stato d’animo possono svolgere numerose funzioni:

  • Suscitare reazioni psicologiche
  • Aiutare ad evidenziare dettagli significativi
  • Impostare il tono del film
  • Identificare un personaggio ed aiutarci ad inquadrare la sua psicologia
  • Mostrare l’evoluzione di un personaggio
  • Indicare Flashback, ricordi, realtà parallele

Prima di affrontare queste funzioni del colore è importante è importante individuare le principali caratteristiche del colore, che sono tre:

  • HUE tonalità, il colore stesso
  • VALUE la luminosità
  • SATURATION saturazione, ovvero l’intensità del colore

Citando wikipedia e la teoria del colori
tonalità: In teoria dei colori, detta anche tono o tinta è il colore “puro” percepito dall’apparato visivo umano, ovvero legato ad un ristretto spettro o singola linea d’emissione all’interno dello spettro visibile (spettro ottico). In pittura esiste un concetto corrispondente di colore “puro”, ovvero senza aggiunta di pigmenti bianchi o neri.

Luminosità: Il termine luminosità non è un termine della colorimetria né della fotometria, ma del linguaggio comune. Avendo un significato ambiguo, la Commissione internazionale per l’illuminazione ha deciso di non definirlo come vocabolo tecnico/scientifico. Si può però parlare di “luminosità” quando non si vuole (o non è necessario) specificare se ci si riferisce alla luminanza, al fattore di luminanza, alla brillanza o alla chiarezza. Quindi è un termine generico che può significare una qualunque di queste quattro grandezze.

Saturazione: Nella teoria dei colori e in discipline correlate come la fotografia, la saturazione o purezza è l’intensità di una specifica tonalità. Una tinta molto satura ha un colore vivido e squillante; al diminuire della saturazione, il colore diventa più debole e tende al grigio. Se la saturazione viene completamente annullata, il colore si trasforma in una tonalità di grigio. Di conseguenza, per esempio, la desaturazione di una fotografia digitalizzata è una delle tecniche con cui si può trasformare un’immagine a colori in una in bianco e nero.

 

Un altro aspetto di cui bisogna tener conto è che per ottenere il miglior risultato cromatico (le regole sono fatte per essere smentite) è opportuno che i colori vengano distribuiti in modo bilanciato e si riferiscano a relazioni armoniose sulla ruota dei colori.

I tre schemi più frequentemente impiegati sono:

  • COLORI MONOCROMATICI
  • COLORI ANALOGHI
  • COLORI COMPLEMENTARI

MONOCROMATICI.

Schemi di colori monocromatici sono disponibili in tonalità di un unico colore come il rosso, rosso chiaro,scuro, rosa.
Essi creano un sentimento armonico e sono visivamente morbidi e rilassati

 

I colori monocromatici sono quei colori in cui la tonalità è la stessa mentre variano saturazione e/o luminosità.
Alcuni esempi di film sono

COLORI ANALOGHI.

Sono posizionati vicini sulla ruota dei colori (giallo/verde chiaro oppure azzurro/blu).
Non c’è contrasto o tensione come per i colori monocramatici e anche in questo caso l’immagine beneficia di un look rilassato è armonioso.
Sono facilmente trovabili in natura, basti pensare al deserto (giallo/arancio, al mare azzurro/blu ecc).
Spesso viene scelto un colore come dominante che viene aiutato da un secondo di sostegno e un terzo (che può coinvolgere il nero, il bianco o vari toni di grigio) come accento.
Esistono i complementari estesi, ovvero che occupano più tonalità della ruota dei colori rimanendo sempre vicini.

Amadeus

Blade Runner

Requiem For A Dream

 

 

 

 

COLORI COMPLEMENTARI.

Posizionati rispettivamente nella parte opposta della ruota dei colori, i complementari sono sempre più utilizzati a livello cinematografico, specialmente nella combinazione “teal and orange”.
I colori complementari evidenziano un conflitto sia interno che esterno.
Aiutano a staccare il soggetto dallo sfondo a livello fotografico ma è spesso impiegato per creare tensione nella scena.
I colori complementari combinano colori freddi e caldi.
Un altro schema che può essere impiegato è quello dei cosiddetti complementari divisi che consiste nell’abbinare due colori adiacenti (analoghi quindi) al corrispettivo complementare.

TRIADI.
Uno schema poco impiegato ma di sicuro impatto è quello dei Triadi, ovvero l’abbinamento di 3 colori equidistanti sulla ruota cromatica.
Un famoso esempio è il film di Godard “Pierrot le Fou”

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